J-Ax e il bello di un brutto titolo
L’antefatto.
L’8 settembre 2014 pubblico un articolo sul mio blog de Il Fatto Quotidiano dal titolo Dario Salvatori vs J-Ax, è ancora possibile esprimere un’opinione?, in cui parlo dello scontro tra il critico musicale Dario Salvatori e il cantante J-Ax.
L’articolo è, tutto sommato, poco analitico e per niente urticante rispetto al mio standard. In più, non dico nemmeno chissà quale verità: Dario Salvatori esprime una opinione, forte, certo discutibile, ma pur sempre un giudizio critico e senza offendere nessuno. J-Ax gli risponde con una serie di offese personali, vomitandogli addosso di tutto. Dario Salvatori querela J-Ax.
Cose che accadono ai vivi, per carità, ma di cui i vivi devono assumersi le proprie responsabilità.
Insomma, di tutto mi sarei aspettato, tranne la risposta al veleno di J-Ax su Twitter:
«@PaoloTalanca Ho visto i commenti dei TUOI lettori che ti demoliscono.Tu? Benvenuto su internet zio. #Libertàdiparola #Costituzione #freeAx».
Amen.
A quel punto andiamo avanti per un po’ con un battibecco vagamente colorito, finché il tutto scade nell’infantilismo di terza elementare della serie “hai cominciato tu!”, “no, tu!” e io decido di chiuderla con un laconico «e tu sei brutto».
Ecco lo screenshot della discussione (clicca qui per raggiungere la pagina Twitter):
Dopo quasi tre mesi che succede?
Il 1° dicembre 2014 J-Ax annuncia il titolo del suo nuovo disco. Si sarebbe chiamato “Il bello d’esser brutti“.
Ecco: il titolo è esteticamente ai limiti dell’abominevole, ma l’origine appare filologicamente incontestabile.
Resta il rammarico per aver contribuito a generare un titolo tanto brutto, accanto – in fondo – a una sempre maggiore simpatia per il personaggio.
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