Giovanni Truppi al Festival Léo Ferré 2016
Giovanni Truppi, in una foto di Fabrizio Bisegna
Quella di seguito è la scheda artistica del cantautore Alex Bandini che ho scritto per il Festival Léo Ferré 2015
Giovanni Truppi nasce a Napoli nel 1981. Comincia a suonare pianoforte sin da giovanissimo, strumento che poi alterna con la chitarra, continuando gli studi musicali fino a diventare insegnante di canto e trasferendosi, nel frattempo, a Roma.
Ha all’attivo tre dischi: nel 2010 C’è un me dentro di me (Cinico Disincanto), nel 2013 Il mondo è come te lo metti in testa (I Miracoli – Jaba Jaba Music / Audioglobe), nel 2015 Giovanni Truppi.
In occasione dell’ultimo lavoro, Truppi gira molto, esibendosi come ospite in rassegne importanti quali il “Busker Festival” di Lugano e, nell’ottobre 2015, il “Premio Tenco”, in un Teatro Ariston pieno in ogni ordine di posti, nell’ultima serata di un’edizione dedicata a Francesco Guccini.
Lo stile di Giovanni Truppi colpisce per il modo in cui riesce a dosare il virtuosismo strumentale e vocale con un’orizzontalità comunicativa di prim’ordine. I momenti di intonazione empatica si alternano ad altri sospesi e più ostici, in cui è il ritmo a farla da padrone.
Soffermandoci sull’ultimo album, colpisce per esempio l’originalità dal sapore teatrale del brano Conversazione con Marco sui destini dell’umanità: quasi un divertissement giocato sulla sensazione che nasce da una sorta di esprit de l’escalier, quelle situazioni in cui si pensa di non aver detto tutto quanto c’era da dire.
Da qui parte un flusso di coscienza frenetico, scandito nelle parti più colorite da un accordo diverso per ogni cellula ritmica, in cui la sensazione di confusione non è che uno stratagemma sviante e straniante, visto che il senso finale del discorso è estremamente lucido e logico: come la struttura artistica e significante del brano. In canzoni come queste, la percezione della difficoltà tecnica realizzativa crea attenzione e rispetto nello spettatore/ascoltatore, e contraddistingue la cifra di apprezzamento per Truppi.
Inoltre, Truppi non dà l’impressione di cantare per se stesso, come succede in troppo indie italiano in cui il movimento creativo è solo verticale: ci si limita a portare a galla le proprie sensazioni dal profondo, facendole rimanere impressioni, senza poi porgerle alla gente.
Al contrario, anche in un brano apparentemente più intimo come Pirati, gli elementi a disposizione di Truppi (melodia, timbrica, ritmo dei vari strumenti, voce compresa) subiscono variazioni e “svisamenti”, per far sì che tutto significhi, tutto si faccia espressione, comunicazione e performance.
Potrete ascoltare Giovanni Truppi ospite al Festival Ferré, il prossimo 10 giugno al Teatro Concordia di San Benedetto del Tronto.
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