Parlare a scuola della canzone Non mi avete fatto niente di Ermal Meta e Fabrizio Moro, nella versione con Simone Cristicchi sul palco dell’Ariston, nell’ambito di un progetto sulla tolleranza. Farla ascoltare ai ragazzi, discutere dei passi che li hanno colpiti di più. Fare poi analizzare quei passi, dopo aver approfondito le biografie dei due cantautori, come veri critici musicali, poi scoprire che Cristicchi ha condiviso il tweet della lavagna della classe, cosa che li ha davvero entusiasmati.
È quanto è successo nella classe in cui insegno, la I D della secondaria inferiore di Farindola, nell’Istituto Comprensivo di Civitella Casanova, in provincia di Pescara. I ragazzi sono abituati oramai ad approfondire con me i temi scolastici tramite le canzoni e i cantautori. Lo abbiamo fatto per il tema dei libri e della lettura con la canzone Le storie che non conosci di Samuele Bersani e Pacifico, cantata con Francesco Guccini; poi con China Town di Caparezza, per il tema della scrittura.
In questo modo, apprezzano la musicalità del verso, imparano subito a memoria le canzoni. Assieme ragioniamo sulla metrica, cosicché possa essere poi più familiare applicare certi ritmi a Dante, Petrarca, Foscolo o Leopardi. Tramite le canzoni, si riesce a recuperare l’aspetto giocoso della letteratura e della poesia. Se si recupera il gioco – troppo spesso messo da parte dalla noia generata dall’imposizione forzata -, i ragazzi assimilano meglio l’immensa capacità poetica dei nostri migliori artisti.
Le canzoni possono fare anche questo.
Ora di seguito una carrellata fotografica del cartellone che abbiamo prodotto per questa canzone di Meta e Moro.
Alla prossima canzone!

Le biografie di Ermal Meta e Fabrizio Moro.

Il testo della canzone.

La condivisione su Twitter di Simone Cristicchi della lavagna di classe.

I passi della canzone che più hanno colpito i ragazzi.

I commenti.

Il cartellone completo.

I commenti.

I commenti.

Il testo con la riflessione sulla tolleranza.

I commenti.

La lavagna di classe con i compiti da svolgere.


Paolo Talanca
Sono nato a Pescara nel 1979. Insegnante, critico musicale e divulgatore culturale, mi sono laureato in Lettere con una tesi su Guccini, Gozzano e Montale, specializzandomi in Filologia Moderna con un lavoro dal titolo Pier Paolo Pasolini nella canzone d’autore italiana: Fabrizio De André e Francesco De Gregori e ho frequentato il master in critica giornalistica organizzato dall’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica ‘Silvio d’Amico’.
Scrivo di letteratura, cinema e sport.
Sono stato per quindici anni direttore di redazione e delle sezioni ‘Autori di testo’ e ‘Musicare i poeti’ del Premio Lunezia; faccio parte della giuria che assegna le targhe al Premio Tenco e attivo organizzatore di eventi che tendano a valorizzare la canzone d’autore italiana. Negli anni, ho diretto e organizzato concerti e interviste-concerto con alcuni dei più grandi cantautori italiani come Roberto Vecchioni, Niccolò Fabi, Samuele Bersani o Max Manfredi.
Ho conseguito il Dottorato di ricerca all’università Tor Vergata di Roma con un lavoro dal titolo “Il canone letterario della canzone d’autore italiana, intesa come letteratura musicale“.
Da oltre quindici anni la mia ricerca punta soprattutto a evidenziare come la canzone d’autore sia un’espressione artistica autonomamente letteraria.
Ho all’attivo la pubblicazione dei volumi: Immagini e poesia nei cantautori contemporanei (Bastogi, 2006); Cantautori novissimi. Canzone d’autore per il terzo millennio (Bastogi, 2008); Nudi di canzone. Navigando tra i generi della canzone italiana attraverso il valore musical-letterario (Zona, 2010); Vasco, il Male. Il trionfo della logica dell’identico (Mimesis, 2012); Ivan Graziani. Il primo cantautore rock (Crac, 2015), Il canone dei cantautori italiani (Carabba, 2017).
Sono direttore artistico dell'Osteria delle Dame di Bologna.
Sono articolista e blogger de Il Fatto Quotidiano.